
«Quella tragica notte eravamo rimasti a dormire a casa di amici tranne mio padre che venne catturato subito. Fino al 21 febbraio riuscimmo a rimanere nascosti a casa finché dei fascisti, pagati 5 mila lire per ogni ebreo, presero mia madre e gli altri miei fratelli»
Enrica Sermoneta Moscati aveva 11 anni quando riuscì a scampare al rastrellamento del ghetto la notte del 16 ottobre 1943, intervista tratta dal documentario «Una storia romana».
“Amate lo studio e il lavoro. Una vita onesta è il miglior ornamento di chi vive. Dell’amore per l’umanità fate una religione e siate sempre solleciti verso il bisogno e le sofferenze dei vostri simili. Amate la libertà e ricordate che questo bene dev’essere pagato con continui sacrifici e qualche volta con la vita. Una vita in schiavitù è meglio non viverla. Amate la madrepatria, ma ricordate che la patria vera è il mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli sono vostri fratelli.”
Pietro Benedetti
nato ad Atessa (Abruzzo) il 29 giugno 1902
fucilato a Roma il 29 aprile 1944
da "Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana"
“Il saluto romano, così detto perché si ritiene fosse stato in auge in epoca romana, è una forma di saluto utilizzata nel periodo fascista, che prevede il braccio destro teso in avanti-alto con la mano tesa aperta leggermente inclinata in alto rispetto all'intero braccio.
Con l'avvento del nazismo in Germania anche il partito di Hitler (NSDAP) adottò dal Fascismo italiano questo tipo di saluto. È possibile notare nei filmati d'epoca come nelle adunate spesso si salutasse oscillando la mano un modo forse più caloroso e istintivo di salutare, ma anche meno pericoloso per la propria incolumità.
Nell'Italia fascista Achille Starace, segretario del PNF promosse una campagna a favore del saluto romano, affinché sostituisse completamente la stretta di mano ritenuta "borghese" e poco igienica. Nonostante quest'ultimo argomento potesse essere abbastanza convincente, la campagna non riuscì nel suo intento, e perfino i personaggi più in vista del Regime Fascista continuarono a salutare con strette di mano dopo aver porto il saluto romano di rito.
Il saluto romano è vietato in Italia dalla legge n. 645 del 20 giugno 1952 (Legge Scelba), recentemente aggiornata con la Legge n. 205 25 giugno 1993 (Legge Mancino), ma solo se compiuto con intento di "rivolgere la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o a compiere manifestazioni esteriori di carattere fascista" e può essere punito con la reclusione da sei mesi a due anni e con una multa.”
"Il saluto romano lo faccio al cimitero del Verano per la commemorazione dei morti della marcia su Roma. Dal punto di vista igienico è meglio della stretta di mano.
Mi tocca stringere centinaia di mani sudate, calde e sporche. E al sud addirittura il bacio. Il saluto romano è più pulito: dovrebbero imporlo le Asl, per evitare contagi".
Maurizio Gasparri, Ministro della Repubblica Italiana, oggi Presidente del gruppo PDL al Senat della Repubblica.